COMUNICATO STAMPA DEL SETTORE AUDIOVISIVO SVIZZERO IN MERITO ALLA CONSULTAZIONE RELATIVA ALLA REVISIONE PARZIALE DELL’ORDINANZA SULLA RADIOTELEVISIONE (ORTV)

La proposta del nostro ministro dei media, il consigliere federale Albert Rösti, di ridurre il canone televisivo per le famiglie da 335.- a 300.- franchi è motivo di profonda preoccupazione per il settore dell’audiovisivo svizzero e per le associazioni che lo rappresentano (GARP, SFP, IG, GSFA, ARF/FDS, Antenne Romande, AROPA, ASITIS, ARIA, Fonction:Cinéma, AFAT)*, poiché in quel caso la SSR non sarebbe più in grado di adempiere non solo alla sua funzione di servizio pubblico, ma anche al suo ruolo di coproduttore e partner indispensabile per la realizzazione di opere cinematografiche e audiovisive svizzere.

Già danneggiata dalla precedente riduzione del canone (passato da 451.- nel 2018 a 335.- franchi), a cui si aggiungono il massiccio calo delle entrate pubblicitarie, l’aumento del numero di aziende esenti dal canone e la mancata indicizzazione del suo budget all’inflazione, la radiotelevisione pubblica svizzera non sarebbe semplicemente più in grado di garantire un’offerta culturale diversificata nelle quattro regioni linguistiche del nostro Paese nel caso in cui il suo budget dovesse essere ulteriormente ridotto.

Se da un lato appare evidente che la SSR deve avviare un profondo processo di rinnovamento per rispondere alle aspettative del pubblico e in particolare delle giovani generazioni, dall’altro non possiamo permettere che il nostro principale media di servizio pubblico diventi il giocattolo di interessi politici di parte, in particolare con l’iniziativa dell’UDC “200.- Fr. bastano!”, che mira chiaramente a smantellare la SSR nella sua forma attuale. Occorre infatti sottolineare che già solo il taglio del budget della SRG-SSR, così come proposto dal Consigliere federale Rösti, avrebbe conseguenze catastrofiche, soprattutto per il settore audiovisivo: quasi mille posti di lavoro nel settore audiovisivo privato andrebbero persi, la televisione dovrebbe ritirarsi dal suo impegno nei confronti del finanziamento del cinema, dell’animazione e dei documentari, e si assisterebbe a una massiccia riduzione dei mandati su commissione ai produttori indipendenti e alle industrie tecniche, con drastiche ripercussioni per tutti i creatori-trici, scrittori-trici, registi-te, compositori-trici, attori-trici ecc.

Non c’è dubbio sul fatto che il vuoto lasciato da una riduzione dell’offerta della SSR verrebbe in gran parte colmato da media stranieri, mettendo così a repentaglio il suo mandato di servizio pubblico e la sua indipendenza. Una riduzione del finanziamento della SSR colpirebbe innanzitutto il pubblico, nonostante il fatto che l’83% della popolazione svizzera utilizzi ogni settimana un’offerta della SSR, spesso senza nemmeno rendersene conto!

Per questo motivo, l’industria audiovisiva e cinematografica si oppone fermamente a qualsiasi taglio dei finanziamenti al nostro ente di servizio pubblico nazionale.

*(GARP : Gruppo Autori-trici Registi-te Produttori-trici ; SFP : Associazione svizzera dei produttori-trici di film ; IG : Produttori Indipendenti ; GSFA : Gruppo svizzero film d’animazione ; ARF/FDS : Associazione svizzera dei registi-te e sceneggiatori-trici ; Antenne Romande : gruppo d’interesse dell’ARF/FDS ; AROPA : Associazione romanda della produzione audiovisiva ; ASITIS : Associazione svizzera delle industrie tecniche dell’immagine e del suono ; ARIA : Associazione romanda delle industrie dell’audiovisivo; Fonction:Cinéma : Association professionnelle pour le cinéma; AFAT: Associazione Film Audiovisivi Ticino).