ultima modifica: 5.6.2015
Proteggiamo le particolarità della cultura ticinese
I cineasti e i produttori indipendenti della Svizzera Italiana invitano a proteggere la diversità culturale e a difendere le minoranze linguistiche votando SÌ alla revisione della legge federale sulla radiotelevisione il 14 giugno.
La televisione di servizio pubblico in Svizzera è un partner fondamentale per una produzione audiovisiva di qualità e la diffusione di opere diverse da quelle imposte solamente dal mercato globale.
L’indebolimento politico della SRG SSR minerebbe gravemente il futuro della produzione audiovisiva di questo paese (film di finzione, documentari, animazioni, cortometraggi…). Il rispetto della diversità culturale sarebbe in pericolo e inoltre sarebbero annullate le importanti ricadute economiche del settore sul territorio.
La nuova legge permetterà un abbassamento del canone per tutte le economie domestiche e tre quarti delle imprese saranno esentate, quindi porterà a un canone più equo e solidale.
Per questo L’Associazione Film e Audiovisivi Ticino (AFAT) unita al Gruppo Registi e Sceneggiatori della Svizzera Italiana (GRSI) invitano tutti i Ticinesi a sostenere chiaramente il SÌ alla revisione della LRTV il 14 giugno prossimo.
→ scarica il comunicato stampa ufficiale (PDF).
Qui di seguito riportiamo alcuni testi che ben riassumono le motivazioni per cui secondo AFAT e i suoi membri bisogna sostenere la revisione della legge. Dapprima una comunicazione ufficiale della SSA, Società Svizzera degli Autori, quindi un articolo di Villi Hermann, membro AFAT.
Presa di posizione della SSA (Società Svizzera degli Autori) del 28.5.2015:
Siete probabilmente a conoscenza dei dibattiti che animano i media e i social network in vista della prossima revisione della Legge federale sulla radiotelevisione (LRTV), sottomessa alla votazione popolare il 14 giugno prossimo a seguito del referendum lanciato dall’Unione Svizzera delle Arti e Mestieri (USAM).
Nella riunione del 19 marzo 2015, il consiglio d’amministrazione della SSA ha esaminato i punti di maggior rilievo di questa votazione. Ha constatato che la nuova legge permetterà un abbassamento del canone per tutte le economie domestiche e tre quarti delle imprese saranno esentate.
L’insieme del mondo politico (tranne l’UDC) e la maggior parte degli attori economici (compresa economiesuisse) sono favorevoli. Non si può quindi che restare stupiti dal fervore che suscita quest’oggetto, che consiste, tutto sommato, in una revisione tecnica.
In tale contesto, la SSA attira l’attenzione dei suoi soci sul fatto che tutti gli attori del mondo culturale svizzero hanno bisogno di una radio e di una televisione pubblica forte e pluralista.
Nel settore audiovisivo in particolare, la SSR è un partner insostituibile per la coproduzione e la diffusione. Il suo indebolimento minerebbe gravemente il futuro della produzione audiovisiva di questo paese, per la fiction sicuramente, ma anche per il documentario.
Per il teatro, impossibile far risuonare mediaticamente i nostri spettacoli senza l’attenzione costante delle redazioni culturali della SSR. Senza dimenticare che quest’ultima ha fatto molto per i nostri comici di ieri e di oggi!
Infine, – aspetto non trascurabile fra gli elementi in gioco il 14 giugno – la revisione riserva dei mezzi importanti alle radio e alle televisioni regionali private, il cui lavoro di prossimità è fondamentale in un paese come il nostro.
Non perdiamo quindi di vista il vero obiettivo e permettiamo agli abitanti di questo paese di avere accesso all’offerta radio-televisiva con un canone più modesto di quello attuale! È in questo senso che la SSA vi invita a sostenere chiaramente il SÌ alla revisione della LRTV il 14 giugno prossimo.
Denis Rabaglia, Presidente del consiglio d’amministrazione
Jürg Ruchti, DirettoreMembri del Consiglio d’amministrazione: Fabienne Berger, Fulvio Bernasconi, Christophe Bugnon, Louis Crelier, Anne Deluz, Emmanuelle de Riedmatten, Zoltan Horvath, Antoine Jaccoud, Charles Lombard, Marielle Pinsard, Yves Robert, Nicolas Wadimoff, Philippe Zoelly
Segue una riflessione personale del socio AFAT Villi Hermann pubblicata il 19 maggio sul Corriere del Ticino.