Riceviamo e pubblichiamo dal nostro associato Villi Hermann la seguente lettera aperta.
«La politica invade la CORSI», così intitolava il Corriere del Ticino in merito all’assemblea per la rielezione dei membri del Consiglio regionale e del Consiglio del pubblico. Ma non solo alla CORSI la politica decide, anche nella composizione delle varie Commissioni del Cantone: la nostra cultura audiovisiva è decisa dai politici e noi dobbiamo muoverci per introdurre cultura nella politica.
L’assemblea della CORSI mi sembrava una forma di appuntamento mondano per la politica cantonale. Tutti erano presenti per le nomine, i partiti si davano appuntamento a Lugano-Besso all’entrata del bello stabilimento dell’architetto Rino Tami e si dedicavano al cosiddetto mercato delle schede: voi mi date… e poi noi sosteniamo i candidati vostri. Ero l’unico rappresentante del mondo audiovisivo indipendente nella CORSI e come era da prevedere, senza lobby ne scheda da offrire: non rieletto. Complimenti ai nuovi eletti, spero che ci difenderanno con sforzi patriottici. Ma noi cineasti, troupe, attori, designer, musicisti e produttori non dovremmo avere più peso non solo nella CORSI, ma anche nelle varie commissioni del Cantone? Come? Probabilmente facendo lobbying, un termine assai di moda ma che nessuno di noi vuol e nemmeno sa fare. Ma che saremo forzati a fare, altrimenti la cultura audiovisiva sarà pilotata da personaggi che non hanno la patente.
Ricordo l’incontro svoltosi fra i cineasti ticinesi e i delegati dell’Ufficio federale della cultura UFC nel mese di novembre 2014: ci chiedevano quali erano i rapporti con i politici locali. Purtroppo abbiamo dovuto ammettere “praticamente nessuno”, dal momento che i politici regioanli non sanno che cosa produciamo, non sono veramente interessati alle carriere nazionali e internazionali delle nostre pellicole, non conoscono il ritorno economico sul territorio di ogni franco investito nelle produzioni… non vengono nemmeno alle nostre anteprime. Oggi credo stia a noi di far valere la nostra importanza economica ma soprattutto culturale. L’audiovisivo sta cambiando a velocità supersonica e anche noi dobbiamo adattare il nostro atteggiamento di partecipazione, far sentire la nostra presenza e far valere il nostro peso economico e culturale. È il nostro futuro.
Villi Hermann, Lugano, giugno 2015